Poco vento, niente bussola. Intervista a Roberta Grugni
Presentazione del libro e intervista all’autore

Francesca e Luca sono una coppia affiatata: hanno in comune la passione per la vela e per la moto. E proprio con la moto Luca ha un grave incidente che lo costringerà su una sedia a rotelle. Francesca gli starà vicino cercando di condurre una vita “normale”, ma Luca, che all’inizio sembra accettare la sua condizione, giorno dopo giorno si lascia andare all’apatia e alla depressione, senza riuscire a reagire. Francesca, d’accordo con lui, decide di partire per Ponza, un viaggio alla ricerca di se stessa, e lì sembra ritrovarsi e con Pietro, un maestro di kung-fu, riscopre la passione e la sensualità che con Luca erano venute a mancare. Ma a questo punto Francesca è combattuta: è disposta a rinunciare a sentirsi una donna “completa”, e a cominciare nuovamente la vita da caregiver? O la passione che Pietro ha scatenato dentro di lei avrà la meglio?
Citazione
L’amore, a volte, è vivere senza coordinate.
Ora che il trauma dell’incidente, la loro burrasca esistenziale, era passato, dove si trovavano? Francesca aveva la sensazione di essere capitata in una secca con la bonaccia. Non stavano affondando, ma non andavano nemmeno avanti: restavano fermi, in attesa di un alito di vento che li facesse andare oltre. “forse ti sembrerà stupido, ma le cose che mi mancano di più sono quelle più semplici: camminare mano nella mano, ballare stretti, correre sulla sabbia, la dolcezza di un abbraccio…
Come è nata l’idea di questo libro?
Il libro racconta in modo romanzato, la storia d’amore con mio marito, rimasto paraplegico vent’anni fa a causa di un incidente stradale. Volevo raccontare come si vive da caregiver, come è possibile mantenere forte una relazione quando un evento così traumatico stravolge le vite di due persone adulte. Molte ragazze mi avevano contattato dopo aver letto il mio primo romanzo che parlava di disabilità, chiedendomi consigli. Ci sono molte incognite, angosce, dubbi, quando ci si trova catapultati nel mondo della disabilità dall’oggi al domani, proprio come è successo a me. Questo libro vuol essere d’aiuto a chi cerca risposte.
A chi lo consiglieresti, in particolare?
A chi è interessato ai temi sociali, psicologici, ai caregiver, a chi sta affrontando per la prima volta un’esperienza di assistenza, ma anche a chi sta vivendo una crisi di coppia. Credo che leggere di due persone che riescono a portare avanti il loro amore, nonostante la tempesta, possa far bene a molti.
Dove e quando è stato scritto?
L’ho scritto a casa, a Parma, nel mio rifugio, nel 2022. Passo molto tempo a casa per assistere mio marito, la scrittura mi aiuta a “evadere”.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Scrivere è una passione che ho da sempre. é stato difficile mettere a nudo le mie emozioni più profonde. Non tutto quello che c’è nel romanzo è vero, non è certo un’autobiografia, ma i sentimenti andavano espressi senza veli, con enfasi, per rendere il romanzo più autentico e verosimile.
La pianificazione ha avuto un ruolo importante?
La pianificazione ha sempre un ruolo importante nei miei scritti. é la parte che mi piace di meno, ma senza quella, la fase di stesura sarebbe troppo complicata. Scrivere di getto rischia di far perdere tempo, e di non portare a un lavoro degno di essere presentato alle case editrici
Quanto è stato lungo il lavoro di editing?
dopo un editing fatto da me, mi sono avvalsa di un editor professionale. Senza un editing serio, difficilmente le case editrici prendono in esame un manoscritto.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Antonio Manzini, Lorenzo Marone, Giuseppe Catozzella, Andrea De Carlo, oltre ad alcuni autori italiani esordienti. Leggo autori italiani per avere un termine di confronto con la mia scrittura. Ma mi piacciono anche Dan Brown, Dicker, Chatwin, King, Follet.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sto scrivendo un romanzo sulla cosiddetta “terza età”. Un romanzo ironico che racconta di un gruppo di arzilli pensionati che si ribella al “sistema”. Penso di terminarlo entro la fine dell’anno, e spero che qualche casa editrice non a pagamento me lo pubblichi, com’è successo per i miei due precedenti romanzi.