L’eco dell’infinito. Intervista a Franco Cavalleri
Presentazione del libro e intervista all’autore

È l’anno 33 dell’Era cristiana, anche se ancora nessuno lo sa. Nei territori di Israele un profeta, uno dei tanti che gli abitanti di questa regione hanno conosciuto per decenni e secoli, gira di villaggio in villaggio, di campagna in campagna, predicando. Uno dei tanti? Questa volta, però, sembra diverso. La folla lo segue, lo ascolta. Lo osanna. Incuriosito, ed in qualche misura attratto, un ricco mercante di Gerusalemme sale in Galilea per ascoltarlo. Non conosciamo il suo nome, di lui sappiamo che è avvezzo a frequentare la Grande Sinagoga ierosolimitana, che è uno dei pochi ammessi nel ristretto gruppo dei Dottori della legge e dei sacerdoti, perfino di Caiafa, il potente Grande sacerdote. Sappiamo che ha rapporti anche con i Romani, che arriva fino al Governatore stesso, Ponzio Pilato. Rapporti e relazioni che fanno di lui uno degli uomini più conosciuti e potenti del mercato di Gerusalemme, ed anche uno dei più temuti. E’ un credente e studioso dei testi sacri della religione ebraica, e discute spesso con i membri della Sinagoga. Pone domande, si aspetta risposte, che arrivano, sì, ma non lo soddisfano più. Cerca qualcosa di diverso. Cerca risposte diverse.
Quanto gli arriva da lassù, dal nord, dalla Galilea lo incuriosisce, lo stimola, e allora parte. Vuole capire chi sia questo Gesù, perché sembra abbia un seguito così grande. Per non destare sospetti, dice che deve andare di persona a verificare un possibile nuovo partner commerciale. Si mescola, invece, con la grande folla che segue il nuovo Profeta, ne ascolta i discorsi, li confronta con la ‘normalità’ degli insegnamenti dei testi sacri, osserva la folla, le persone che la compongono, come reagiscono a quanto Gesù dice, e che a volte sembra difficile da comprendere anche per lui, studioso di questi temi.
Di ritorno a Gerusalemme, assiste, con sentimenti e impressioni contrastanti, all’ingresso di Gesù nella città santa, al canto di “Osanna”, e poi allo scontro finale con i Grandi sacerdoti. Giorni e notti convulse, in cui l’animo umano esprime il peggio, spesso, ma anche il meglio, qualche volta, di se stesso. Fino all’atto finale. Fino a quel sepolcro vuoto. Fino a quell’eco della sua invocazione che sembra spargersi all’infinito.
Citazione
L’aria calda di Gerusalemme, in quella che i Romani chiamavano ‘ora sesta’, era piena di urla e strepiti. Urla rabbiose, fatte di odio e di scherno. E poi, quel rumore ritmico, di sibili e fischi a cui seguivano stumpf e slash, stumpf e slash, stumpf e slash, senza soluzione di continuità. I suoni di strisce di pelle di pecora che volavano nell’aria e andavano a colpire altra pelle. Umana, stavolta. E poi vi strisciavano sopra, lasciando una scia di sangue i cui schizzi, quando la pelle dell’uomo si apriva per la violenza del colpo, volavano da tutte le parti, investivano il soldato che manovrava la frusta ma anche i suoi commilitoni che cercavano, con ben miseri risultati, di tenere la folla lontana dall’uomo che, curvo, procedeva con estrema fatica lungo il cammino che dal cuore della città saliva al Monte Calvario. Una folla che sembrava godere di questi schizzi che le arrivavano addosso. Sembrava addirittura li cercassero, li desiderassero, questi schizzi, se ne compiacessero. E gli odori. Odori maleodoranti. Sangue misto a sudore. L’odore della paura, e quello della rabbia. Dell’odio. Un odio irrazionale, ingiustificato. Eppure così forte, tanto da poter essere toccato, da riempire di sé l’aria che si respirava. L’odore della sofferenza, non solo fisica, a cui si contrapponeva l’odore della sopraffazione, l’odore di quell’istinto di violenza che l’uomo ha dentro di sé, nel profondo della sua anima, del suo Io, che non riesce a controllare e dominare, lo spinge a odiare, colpire, ferire, uccidere.
Come è nata l’idea di questo libro?
I miei racconti – questo è il terzo libro, dopo UNA STORIA COMENSE e E IL GIORNO SI FECE POLVERE – rientrano tutti nel filone cosiddetto ‘storico’. Cerco di raccontare fatti e personaggi veri immedesimandomi negli occhi e nella mente di chi questi fatti li ha vissuti e questi personaggi li ha incontrati. Mettendoci del mio, una certa dose di fantasia, ma basandomi sempre su quanto le ricerche storiche possono indicare come ‘vero’ o veritiero’. In questo caso, il mio interesse era esplorare la figura di Gesù dal punto di vista di chi l’ha incontrato e ascoltato, di chi ha sentito le sue parole, i suoi sermoni, e ne è rimasto in qualche modo colpito, frastornato, anche scandalizzato.
A chi lo consiglieresti, in particolare?
È un libro adatto a tutti, a chiunque sia interessato a ‘leggere la Storia’ in modo diverso, fuori dai soliti schemi, andando oltre quanto viene solitamente raccontato. Cercando, in altre parole, di ‘vivere la Storia’ mettendosi nei panni di chi può averla vissuta davvero. Guardandola e vedendola con occhi diversi. Un racconto di fantasia, certo, ma basato su sentimenti e pensieri plausibili delle persone dell’epoca.
Dove e quando è stato scritto?
Nell’autunno-inverno del 2024.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
Immaginarlo, e poi scriverlo, ha richiesto la lettura di diversi libri in materia. Libri religiosi, certo, ma anche di autori laici e di storici puri. Tutto per ricostruire sia le parole di Gesù che l’ambiente storico e culturale del momento.
La pianificazione ha avuto un ruolo importante?
Molto. Immaginare il personaggio principale – il mercante ebreo; inserirlo in un certo ambiente sociale – quello del mercato di Gerusalemme e del Tempio; costruire i diversi personaggi della folla che circonda il Cristo nei diversi momenti, senza delinearli troppo per lasciare una patina di indefinito che aumentasse il senso di incertezza e di attesa, di aspettative e di cambi di umore, tutto questo ha richiesto tempo, letture, scritture e riscritture.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sto lavorando ad un libro su S.Francesco. Un lavoro che richiede una preparazione lunga. Ho letto – e continuo a rileggere – una dozzina di libri sul santo e sulla sua vita, di storici e di religiosi. Molte pagine sono già scritte, altre lo saranno a breve. Poi, il lavoro di controllo, riscrittura, controllo, riscrittura, ancora ed ancora. Come sempre.