Islanda, fine anni Settanta. Una donna trova accidentalmente il cadavere di un uomo nelle acque di uno dei laghi di Svartsengi, nei pressi di una centrale geotermica. Incidente? Suicidio? L’autopsia rivela che la vittima potrebbe essere caduta da una grande altezza, e anche che potrebbe essere collegata alla vicina base militare americana. Erlendur, giovane detective, e il suo capo, Marion Briem, decidono di seguire questa pista, scontrandosi però da subito con un muro di ostilità e diffidenza. Perché gli americani si ritengono superiori agli islandesi e non intendono accettare intrusioni, nemmeno da parte della polizia. Aiutati solo da Caroline, un sergente di colore che ben conosce la discriminazione razziale, Erlendur e Marion indagano, rovistando nelle pieghe nascoste della base militare. Forse la vittima ha visto qualcosa di troppo e per questo è stata brutalmente uccisa. Ma la verità è molto diversa… Erlendur, intanto, sta anche indagando per proprio conto su un cold case di venticinque anni prima: una ragazza svanita nel nulla in uno dei quartieri più poveri e miserabili della Reykjavík del tempo, il cui destino il giovane detective sembra aver preso a cuore spinto dall’ossessione – che non lo abbandonerà più – per i casi irrisolti di persone scomparse.