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Ultime lettere di Jacopo Ortis è un romanzo di Ugo Foscolo, considerato il primo romanzo epistolare della letteratura italiana, nel quale sono raccolte 67 lettere inviate dal protagonista Jacopo Ortis all’amico Lorenzo Alderani, il quale le avrebbe poi date alla stampa corredandole di una presentazione e di una conclusione.
Vagamente ispirato ad un fatto reale e al modello letterario de I dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang von Goethe, l’opera risente molto dell’influsso di Vittorio Alfieri, al punto che è stato definito “tragedia alfieriana in prosa”. Il romanzo fu estremamente popolare tra i giovani del Risorgimento.
Jacopo Ortis è uno studente universitario veneto di passione repubblicana. Per sfuggire alle imminenti persecuzioni politiche si ritira sui colli Euganei, dove vive in solitudine. Passa il tempo leggendo Plutarco, scrivendo al suo amico Lorenzo Alderani e trattenendosi a volte con il sacerdote curato, con il medico e con altre brave persone. Jacopo conosce il signor T***, le figlie Teresa e Isabellina, e Odoardo, il promesso sposo di Teresa (della quale il giovane presto si innamora), e comincia a frequentare la loro casa. È questa, per Jacopo, una delle poche consolazioni, sempre tormentato dal pensiero della sua patria schiava e infelice.
In un giorno di festa aiuta i contadini a trapiantare i pini sul monte, commosso e pieno di malinconia; un altro giorno con Teresa e i suoi visita la casa del Petrarca ad Arquà. I giorni trascorrono e Jacopo sente che il suo amore impossibile per Teresa diviene sempre più grande. Jacopo viene a sapere dalla stessa Teresa che ella è infelice perché non ama Odoardo, al quale il padre l’ha promessa in sposa per questioni economiche, nonostante l’opposizione della madre che ha perciò abbandonato la famiglia.
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