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Storia e cultura degli arabi fino alla morte di Maometto

Michelangelo Guidi (Roma, 19 marzo 1886 – Roma, 15 giugno 1946) è stato un islamista e arabista italiano.

Terzogenito di Ignazio Guidi, noto orientalista e semitista, e di Carolina Guerrieri, ereditò dal padre l’interesse per le culture semitiche, specializzandosi essenzialmente in quella araba.

Frequentò il Nazareno di Roma e si laureò nella Regia Università di Roma nel 1909. L’interesse linguistico s’accompagnò a quello di carattere storico-religioso e da questi suoi precoci interessi nascono i primi scritti: i Contributi all’agiografia etiopica del 1916 e L’Omelia di Teofilo di Alessandria sul monte Coscam del 1917.

Nel 1919 gli fu affidata la cattedra di Lingua araba all’Università in cui aveva condotto i suoi studi, sotto la severa guida paterna e nel triennio 1926-29, invitato dall’Università del Cairo, vi insegnò in arabo Filologia araba e nel 1938, alla morte del maestro e amico Carlo Alfonso Nallino, ne ereditò la cattedra di Storia e istituzioni musulmane nella Regia Università di Roma, reggendo qualche anno dopo l’ufficio di Commissario dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli.

Della civiltà musulmana lo interessò soprattutto l’aspetto religioso, inteso sempre non come freddo studio di categorie fenomenologiche, ma come parte integrante ed essenziale dell’essere umano, soggetto agente all’interno della società.
Alla religione islamica Michelangelo Guidi si accostò sempre con rispettosa curiosità e con la sensibilità per le tematiche teologiche e spirituali che caratterizzano l’uomo di scienza credente.

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