Quando viene rapito, una notte di ottobre, Davide ha sedici anni, un corpo già da giovane uomo, una testa ancora da ragazzino. Il cassone del camion in cui lo gettano è il primo ring sul quale, nel buio pesto, è costretto a difendersi da un avversario ignoto. Difendersi fino a uccidere. Solo più avanti ci saranno gli spettatori, quelli che vogliono vedere due uomini combattere a mani nude per guardarne uno vincere. E l’altro morire. Incontro dopo incontro, Davide – che ora si chiama Batiza – vince e sopravvive con il corpo, perde e muore nell’anima. Solo il cuore alimenta ancora la speranza nella possibilità di un riscatto, di un affetto, di un legame che lo tiri fuori di lì.