Catalogo della mostra: Chivasso, Palazzo Luigi Einaudi, 24 maggio-13 luglio 2008. ”Le sue nature morte ci vengono proposte come attimi immobili di una vicenda che sta tra un antecedente e un futuro, come istanti, sospesi e incandescenti, di una realtà oggettiva definita, sino a esserne divorata, da una luce implacabile, quasi siderica, contro fondi scuri di evocazione astrale o lunare, da satellite o pianeta. Contro queste insondabili profondità si stagliano i cocomeri infranti, i sedani traslucidi, le palpabili carnosità violacee delle melanzane. Spesso complicata dall’esercizio dell’anamorfosi più difficile e più spericolata (ma perfettamente svolta e calibrata) la pittura di Luciano Ventrone è una continua scoperta ottica, un incessante recupero della realtà oggettiva, che riemerge dopo l’alluvione di forme astratte, di cerebrali ligogrifi, di grumi materici e di scritture gestuali.” (Federico Zeri, 1992)