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Lina Arianna Jenna (Venezia, 17 dicembre 1886 – 20 marzo 1945) è stata una scultrice italiana.
Nata a Venezia, da Riccardo Jenna e Ida Orefici, una famiglia ebraica. Dopo il diploma magistrale frequentò i corsi di scultura all’Accademia Cignaroli di Verona.
Si dedicò alla scultura e alla poesia; nel salotto del palazzo di famiglia, in via Emilei, si tenevano periodicamente conversazioni letterarie cui prendevano parte Umberto Zerbinati, Cesare Giardini, Ugo Veniero D’Annunzio, Vittorio Malpassuti, Eugenio Gara, Lionello Fiumi. Era in contatto, tra gli altri, con Lorenzo Montano.
Suoi testi poetici apparvero in antologie (Gialloblu, Abete rosso) e in rivista («Poesia ed Arte»), ma ebbero una certa notorietà solo dopo che Lionello Fiumi li pubblicò in un volume postumo uscito nel 1956, nella collana di Misura.
Negli anni del secondo conflitto mondiale rimase a Verona nel palazzo di famiglia (nonostante fosse stata consigliata di allontanarsi dal prevedibile pericolo) per accudire il padre ottantenne e malato, e qui il 2 giugno del 1943 dopo appena qualche mese dalla morte di quest’ultimo, avvenuta il 10 marzo, fu arrestata dai tedeschi.
Trasferita, dopo due giorni di permanenza al forte di S.Leonardo, a Fossoli, dove rimase fino al 26 giugno, fu deportata nel campo di sterminio di Auschwitz insieme al fratello Ruggero (di un anno esatto più giovane di lei, era stato arrestato negli stessi giorni a San Zeno di Montagna). I primi giorni di marzo fu vista ancora viva nel piccolo campo di Bergdorf, dove probabilmente morì. La data presunta di morte è, negli atti ufficiali, il 20 marzo del 1945.