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Una delle opere più importanti della scrittrice tedesca Ricarda Huch (Braunschweig, 18 luglio 1864 – Kronberg im Taunus, 17 novembre 1947), “Le memorie di Ludolf Ursleu il giovane” è un romanzo pubblicato per la prima volta nel 1893, oggi di difficile reperibilità nelle librerie italiane.
Dall’incipit del libro:
Di Martin Lutero, il quale aveva le qualità per diventare un grand’uomo, si racconta come un giorno gli toccasse di vedere un uomo con il quale discorreva camminando per via repentinamente abbattersi colpito dal fulmine e si dice che questa esperienza gli abbia sconvolto l’animo al punto da indurlo a voltare le spalle al mondo, facendosi monaco ed entrando in convento dove purtroppo non è rimasto. Così è successo di me, quantunque la folgore che vidi scendere cieca non appartenesse all’ordine dei fenomeni fisici; il suo effetto peraltro non fu meno distruttore.
Vidi d’un tratto, come ora intendo narrare per disteso, che nella vita non c’è nulla, proprio nulla che abbia una condizione stabile. La vita è un mare senza fondo e senza sponde; ha bensì una sponda e dei porti protetti, ma da vivi non vi si perviene. Vita è soltanto sul mare agitato e dove il mare finisce ha termine anche la vita. Come un corallo che quando esce dall’acqua muore. Come le belle meduse vitree dai mille riflessi, che se le togli dal mare non ti resta in mano che una ripugnante massa gelatinosa. Ora, penso io, così è della vita e degli uomini: è ben possibile trovare riposo e sicurezza, ma solo rinunciando alla vita, con i riflessi vivaci delle sue onde, i suoi colori mutevoli e le sue pazze tempeste.