«È tutt’altro che un’opera ascetica: è un romanzo pieno di sesso ai limiti del consenziente, di atti di alimentazione forzata e purificazione – in altri termini di violenza sessuale e disordini alimentari, mai chiamati per nome nell’universo di Han Kang … Il racconto di Han Kang non è un monito per l’onnivoro, e quello di Yeong-hye verso il vegetarianesimo non è un viaggio felice. Astenersi dal mangiare esseri viventi non conduce all’illuminazione. Via via che Yeong-hye si spegne, l’autrice, come una vera divinità, ci lascia a interrogarci su cosa sia meglio, che la protagonista viva o muoia. E da questa domanda ne nasce un’altra, la domanda ultima che non vogliamo davvero affrontare: “Perché, è così terribile morire?”». (The New York Times)
Breve ma molto intenso. Conturbante, a tratti inquietante, scritto in modo semplice ma molto efficace, con un gran numero di scene che si imprimono nella memoria tanto per la bellezza della prosa quanto per la potenza della storia narrata. A tratti, anche per la tematica degli animali, ricorda il lavoro di Coetzee, altro premio Nobel. In conclusione un libro cupo ma molto potente, che non si dimentica.
(0)(0)
Nessuna recensione corrisponde alla tua selezione
Aggiungi una recensione
Per pubblicare una recensione è necessario aver effettuato il login Accedi
Breve ma molto intenso. Conturbante, a tratti inquietante, scritto in modo semplice ma molto efficace, con un gran numero di scene che si imprimono nella memoria tanto per la bellezza della prosa quanto per la potenza della storia narrata. A tratti, anche per la tematica degli animali, ricorda il lavoro di Coetzee, altro premio Nobel. In conclusione un libro cupo ma molto potente, che non si dimentica.