Nella vita ci sono momenti in cui è difficile conciliare attività professionale e vita privata. Harry Bosch si trova in uno di questi momenti. Ha una figlia adolescente di cui occuparsi, una ragazzina per cui è ormai l’unico punto di riferimento, e ha il lavoro, quello che vive da sempre come una missione, che assorbe quasi totalmente i suoi pensieri. E che si fa sempre più pressante ora che Bosch è alle prese con un caso che lo inquieta particolarmente. L’aveva già affrontato vent’anni prima, nel 1992, all’epoca dei disordini scoppiati a Los Angeles dopo il pestaggio di Rodney King da parte della polizia, quando era stato chiamato sulla scena dell’omicidio di una giovane fotografa danese. Poi le indagini erano state assegnate a un altro dipartimento, senza alcun esito. Ed ecco che Harry, passato all’unità Casi Irrisolti, viene incaricato di occuparsi proprio di quel delitto. Ma il lavoro di indagine è complicato anche dalle continue interferenze del nuovo capo, un impiccione che gli mette i bastoni tra le ruote, non gli autorizza le trasferte e arriva a deferirlo anche alla commissione disciplinare. Bosch, come sempre, va dritto per la sua strada e, intuendo che la morte della giovane non è stata causata dalla situazione esplosiva della città, ma è legata a un intrigo assai più complesso, si inoltra in un labirinto di indizi alla ricerca della “scatola nera”, l’elemento rivelatore che potrà fornirgli la soluzione del caso.