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La Gerusalemme conquistata è la riscrittura “riveduta e corretta” del capolavoro del poeta Torquato Tasso, il poema Gerusalemme liberata (che era stato concluso nel 1575 e stampato nel 1581). Tasso vi lavorò dal 1582 al 1593 e la pubblicò a Roma nel 1593 con dedica al cardinale Cinzio Aldobrandini, nipote di papa Clemente VIII e mecenate del poeta negli ultimi anni della sua vita.
Con quest’opera Tasso era convinto di aver costruito un poema perfetto, migliore della Liberata (lo chiamava “a mia figlia prediletta”), ma la Conquistata non ebbe il successo letterario tra pubblico e critica che venne riservato alla Liberata.
La gestazione
Conclusa nel 1575 la stesura della Gerusalemme liberata, prima di darla alle stampe il poeta la consegnò a una giuria di intellettuali perché la giudicassero secondo i criteri di Aristotele che Tasso aveva cercato di seguire nella composizione. Come testimoniato dall’epistolario del poeta, questa fase di correzione del poema (la cosiddetta “revisione romana”) si rivelò assai più complicata di quanto il poeta avesse anticipato: i critici, infatti (primo fra tutti Sperone Speroni), rilevarono diverse problematiche nell’opera, e il complesso processo di correzione a più mani e revisione da parte dell’autore (portato avanti in modo asincrono a Roma e Ferrara) portò a enormi ritardi rispetto ai tempi previsti. Mentre nel frattempo la Liberata veniva stampata di frodo e mieteva successi, Tasso, preso dagli scrupoli (e dal timore che l’opera venisse tacciata di eccessiva lussuria), rimise mano al poema per renderlo ancora più conforme alle regole di Aristotele e alla rigida morale della Controriforma.
Del poema resta un codice, conservato alla Biblioteca nazionale di Napoli, che contiene l’unico manoscritto autografo, mutilo, probabilmente risalente al 1592: la prima edizione del 1593 data alle stampe a Roma, presso Guglielmo Facciotti, si rifà a una copia perduta approntata da Angelo Ingegneri sotto la guida di Tasso e destinata alla tipografia. L’edizione moderna della Gerusalemme conquistata è a cura di L. Bonfigli (Bari, Laterza, 1934).
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