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L’Elogio della follia (titolo originale in latino Moriae encomium) è un saggio scritto in latino da Erasmo da Rotterdam nel 1509 e pubblicato per la prima volta nel 1511.
Il saggio si apre con un elogio da parte della Follia, che parla in prima persona di se stessa. Essa prende poi le distanze dai “mortali”, lasciando quindi intendere la sua natura divina.
La Follia si proclama figlia di Pluto, dio della ricchezza e della giovinezza, e dice inoltre di essere stata allevata dall’Ignoranza e dall’Ubriachezza. I suoi più fedeli compagni sono Philautia (Vanità), Kolakia (Adulazione), Lethe (Dimenticanza), Misoponia (Accidia), Hedonè (Piacere), Anoia (Demenza), Tryphe (Licenziosità), Komos (Intemperanza) ed Eegretos Hypnos (sonno mortale).
La Morìa descrive se stessa come portatrice di allegria e spensieratezza e giustifica l’autoelogio con la sua natura schietta, che si rivela anche nel linguaggio diretto. Nel saggio si riportano numerosi esempi e citazioni a favore della grandezza della Pazzia e della sua utilità per la felicità dell’essere umano.