“Come soggetto fotografico, Dylan era il migliore. Bastava puntargli addosso l’obiettivo e le cose semplicemente accadevano. Abbiamo avuto un buon rapporto e lui era disposto a provare qualsiasi cosa” (Jerry Schatzberg). “Il tipo giusto al momento giusto nel posto giusto.” Così Julia Morton ha descritto il lavoro e la personalità di Jerry Schatzberg: un illustre fotografo di moda che si trasforma in ritrattista di celebrità e regista cinematografico – ha al suo attivo undici film, tra cui gli applauditissimi Panico a Needle Park (1971) e Lo spaventapasseri (1973). Ma le parole di Morton non potrebbero essere più azzeccate per evocare i primi ritratti di Bob Dylan scattati da Schatzberg. Negli anni sessanta il fotografo si trova al centro della vivace scena culturale newyorkese e sceglie i suoi soggetti tra grandi artisti, intellettuali e gente famosa. Spronato dagli amici, scopre la musica di Dylan con un leggero ritardo, ma coglie appieno il suo genio e il suo carisma fin dal loro primo incontro, avvenuto durante la registrazione di High 61 Revisited. Punta l’obiettivo su Dylan proprio in questo momento cruciale della carriera del cantautore – un periodo che ha visto la nascita di alcuni dei suoi capolavori – contribuendo notevolmente a plasmarne l’immagine. Dall’iconica copertina di Blonde on Blonde agli scatti “rubati” nello studio di registrazione, il Dylan visto da Schatzberg ci restituisce l’immagine di un’intera epoca: rivoluzione in movimento. Il fotografo riflette su questo “momento giusto”, concentrandosi sulla musica, l’atmosfera del downtown newyorkese e i personaggi che ne sono stati testimoni e creatori.