Charkiv, Ucraina, centro industriale e culturale del Paese, anni Novanta. A un passo dall’epocale caduta del regime sovietico, in un mondo in disfacimento, gli adolescenti avanzano in massa oltre la loro linea d’ombra; parte di una terra e di un popolo che si scopre libero e disorientato, muovono i primi passi tra le rovine del passato, tra vodka, disordini, violenza, povertà, spaccio di droga e cameratismo. Stazioni e vagoni notturni, vecchi impianti industriali, campi nomadi, appartamenti fatiscenti e palazzi del potere sopravvissuto: in questo scenario l’americanismo avanza, l’infiltrazione è in atto. Può darsi che la radio ascoltata dai giovani protagonisti dica la verità, che i Depeche Mode in realtà siano irlandesi, e Gore una donna. E che in Ucraina vada tutto bene. Ancora non sanno che contro la noia c’è di meglio che leggere istruzioni per preparare esplosivi, bere alcol puro, rubare – e che bisogna difendersi, perché non tutti riusciranno a sopravvivere.