Faustina, origini portoghesi, ha trascorso l’adolescenza confinata in un paesino a nord di Roma, sognando il suo futuro da suora con la stessa fiducia con cui le sue coetanee sognavano quello da sposa. Questo è tutto ciò che sa di se stessa. Orfana di madre, con un padre rozzo e chiuso e vari parenti nelle istituzioni ecclesiastiche, a neppure vent’anni prende i voti ed entra in un prestigioso istituto scolastico come novizia. Siamo a Roma, nei primi anni Novanta. Ora che il sogno si è realizzato, Faustina può finalmente respirare. È precisa, affidabile, gentile con le compagne e apprezzata dalla Madre Superiora; arrossisce continuamente e non pensa male di niente e di nessuno; non ha velleità, non ha vere amicizie, né qualcosa di interessante da dire. Sembra proprio che questa giovane suora non chieda altro alla vita. Eppure, sotto questa personalità ce n’è un’altra che preme per essere conosciuta. Un giorno qualunque, Eros, «come il vento del Nord rosso di fulmini», irrompe non invitato nella sua vita. Quel che seguirà non è solo la storia di una suora, ma quella di chiunque scopra tardivamente di avere un corpo. Perché la vicenda di Faustina, attingendo a uno dei cliché erotici (e letterari) più potenti di sempre, racconta la rimozione sessuale di un’intera civiltà. Un libro scritto con il corpo, da leggere con il corpo.