Le usanze, il lavoro, le abitudini, i riti, la gente, la natura di una terra i cui litorali sono in buona parte occupati dal “mito” della Costa Smeralda rivivono in questo volume grazie alla penna e all’amore per la sua regione di Franco Fresi. Con il nome di Gallura si vuole indicare la regione nord-orientale della Sardegna di cui l’estremo lembo si protende, con Punta Falcone, verso la vicina Corsica. Il mare, il granito, il sole e il vento tendono da sempre a mimetizzare questa terra così particolare. «L’impressione dell’altopiano della Gallura», scriveva Elio Vittorini, «si precisa nel senso di una maggiore prossimità della sorgente solare. Nell’aria ce n’è l’odore: del sole. Di fuoco puro, privo d’ogni acredine di combustibile. E di pietra secca. Ma di brughiera anche. E di spoglie di serpi». La Gallura ospita una singolare cellula abitativa unifamiliare autosufficiente, lo “stazzo”, una sorta di azienda agricola pastorale: numerosi e fiorentissimi un tempo, gli stazzi sono stati abbandonati con il fenomeno dell’urbanesimo. Ma la cultura dello stazzo è rimasta, figlia dell’autosufficienza e dell’alto livello di socialità tipici della comunità rurale gallurese nel suo periodo di maggiore floridità.