Nove figli più una affettiva, sedici nipoti, cento film diretti con relative sceneggiature, venti opere liriche, una commedia, sei libri, tremila pellicole doppiate, millecinquecento film stranieri adattati. La matematica delle sorelle Izzo attesta che è possibile coniugare l’amore per la famiglia e quello per il lavoro, in bilico tra gioie, dolori, successi e sconfitte. La fatica c’è stata e ci sarà, ma gioiosa e celata ai più, come quella dell’anatra: scivola leggiadra sul lago, ma basta scendere con lo sguardo di pochi centimetri per accorgersi del turbinio dell’acqua sotto le sue zampette palmate, quasi avesse un motore invece di una coda. Ecco, le ragazze Izzo la vita l’hanno vissuta così, cresciute da una mamma oggi novantaduenne e da un papà che non c’è più, ma la cui presenza continua ad aleggiare nella casa: “Tra l’ozio e il negozio scegliete il negozio”, “Beato quell’uomo che confonde il proprio tempo libero con il suo lavoro”. Quel che conta davvero è rispettare la tradizione di famiglia e passare il testimone, che sia artistico o manageriale, ai figli e ai nipoti, cresciuti su set e sale di doppiaggio, tra le quinte di un teatro e le camera car, o addirittura in scena fin da piccoli. Basta che i cuccioli siano sempre nel marsupio delle cangure e che apprendano tutto ciò che da quel magico ricovero potranno vedere. Il racconto di una generazione del cinema italiano, dalla voce delle iconiche sorelle Izzo che, in questo libro, aprono le porte dei loro cuori senza riserve né censure, certe che il loro percorso potrà inserirsi in una riflessione sul mondo delle donne e non solo. Prefazione di Ricky Tognazzi.