La forma del cetriolo: l’educazione sentimentale di una donna, tra ironia, erotismo e social
Oggi la questione femminile è sulla bocca di tanti, spesso in relazione alle tragedie riportate dalla cronaca nera. Accanto, troviamo battaglie portate avanti tra polemiche e paure: il dibattito è aperto e la dialettica maschile-femminile è complessa. In questo clima che risente del contesto storico segnato da pesanti conflitti internazionali ma anche da forti trasformazioni sociali, non è facile disegnare i contorni dell’essere umano. Si ha l’impressione di essere in bilico, in cerca di un’identità. O di una propria affermazione individuale.
In questo quadro si pone il memoir erotico d’esordio di Sabrina Ma, “La forma del cetriolo”. Edito in self-publishing, il libro presenta una narrazione contemporanea che attinge al linguaggio social, complice la “deformazione professionale” dell’autrice, che nella sua narrazione delinea se stessa in quanto viaggiatrice e persona connessa a un mondo fluido e in continua evoluzione.
L’utilizzo del termine cetriolo in modo allusivo ci introduce a una narrazione vivace e personale, ma mai volgare; al contrario l’autrice ci porta per mano nel suo mondo, con aneddoti snelli, che condensano i significati complessi delle relazioni. Relazioni che spesso sfuggono alle definizioni, in particolare se le rapportiamo al passato e ai finali imposti da necessità sociali granitiche. Al contrario e in accordo alla nostra società, le relazioni presentano elementi liquidi, a volte così tanto liquidi da essere sfuggenti.
Con le sue relazioni, Sabrina Ma restituisce sulla pagina le varie modalità dell’essere umano, con incontri più o meno travolgenti, in cui il conflitto emerge gradualmente e portando in luce disagi, paure, ma anche lati “oscuri”. Non mancano momenti in cui la relazione porta a delle scelte dolorose ma necessarie, con rotture non supportate da spiegazioni. In alcuni casi, quindi, resta un sospeso destinato a non essere più risolto, come nel caso di una relazione in particolare (non dico altro per non fare spoiler).
Il dolore appartiene a certi finali non lieti, ma c’è anche la gioia del mettersi in gioco, in particolare a livello erotico. C’è la curiosità, l’entusiasmo inevitabile che accompagna i primi momenti di una relazione, tra la voglia di scoprire l’altro e la speranza che la relazione possa diventare un elemento stabile della propria vita.
Ma in un mondo quale quello attuale, la stabilità è difficile e l’educazione sentimentale si configura come un viaggio complesso, conflittuale, che costringe l’autrice a guardarsi dentro. La ricerca dell’amore non è quello di una donna sognatrice, ma di una viaggiatrice del mondo, una donna libera, che nell’esprimere dubbi e paure senza esserne schiava, manifesta il proprio essere realmente indipendente. Una donna che non demonizza il maschile, pur entrandovi in conflitto, ma lo considera anche parte di sé, nonché polo imprescindibile e umano. Nessun odio nelle delusioni, anzi, a distanza di anni, Sabrina Ma, raggiunta la sua stabilità sentimentale, può raccontarsi in questo memoir, con la maturità e il giusto disincanto.
“La forma del cetriolo” è la narrazione autentica di una donna libera, colta in tutte le sue sfaccettatura. La sua libertà nasce dalla consapevolezza, dall’accettazione e dal fatto che “sbagliando s’impara”, anche e soprattutto nelle relazioni. Il tutto senza trovare colpevoli o capri espiatori, ma avendo il coraggio di guardare negli occhi l’altro e di mettere tutto sul piatto della bilancia. Del cuore e del corpo.
“La forma del cetriolo”, libro self-publishing realizzato con l’apporto di diversi professionisti del settore editoriale, è disponibile in formato digitale e cartaceo.
L’autrice, Sabrina Ma
Si definisce un’ex viaggiatrice, ma sempre amante del treno. Giornalista, social media manager, residente di passaggio a Venezia è una lettrice accanita e ora anche scrittrice. Curiosa, attenta agli animi, ma poco delle persone, sogna di fare la scrittrice… in un faro!
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