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    puntoacapo editrice pubblicato nel gruppo PUNTOACAPO GRUPPO PROSA E POESIA

    7 mesi, 1 settimana fa

    Fresco di Primo Premio assoluto Narrativa Edita al Premio Alberoandronico proponiamo la lettura del Direttore Editoriale al romanzo “Non sono lontano” di Beppi Repetto,

    Non sono lontano è la riedizione dell’omonimo secondo romanzo di Beppi Repetto. Il termine romanzo va usato con cautela, perché il romanziere deve avere capacità innate di osservazione e trascrizione dell’umano, quella profondità di sentire che erroneamente si attribuisce solo alla poesia, e capacità di gestire i vari piani della narrazione che vanno a costituire l’ossatura e la carne di un romanzo riuscito, che è una sinfonia, una architettura di significati, una stratigrafia di personaggi e storie che si sviluppano su uno sfondo credibile.
    Tutti elementi che nel lavoro di Beppi Repetto troviamo puntualmente. Non sono lontano declina appunto questi elementi con grande sapienza e originalità; e per originalità non intendo scelte idiosincratiche, strambe insomma, che vadano a scapito della leggibilità e del piacere della lettura: qui invece le scelte di fondo, su cui mi soffermerò brevemente, sono tutte allo scopo di dare al lettore grande piacere di lettura.
    Ma vediamo gli elementi chiave, senza però rovinare tutto con troppi accenni alla trama. I protagonisti. Qui ne abbiamo due, che formano una bella solida coppia da grande narrativa: il primo è un giudice che si è ritirato dalla magistratura di fronte a una profonda ingiustizia, diciamo politica, quasi esiliandosi da sconfitto in un paesino di collina; il secondo è un giovane che si reca da lui quasi in pellegrinaggio. Il rapporto fra i due, che nasce sulla base di una grossa reticenza, che si svilupperà e diventerà fortissimo, mi pare una delle più belle chiavi di lettura del romanzo. Perché il romanzo, come la vita, è intriso di emozioni, sentimenti e passioni: per questo riflette la vita. O viceversa.
    I personaggi di contorno qui sono l’elemento corale della storia, i concittadini di questo paese, personaggi vivi, popolari, uniti dal lavoro nella miniera ormai chiusa e (alcuni di loro, segretamente) da un progetto abbastanza folle…
    Lo sfondo della storia è il paese, con il passato tragico della guerra che ha lasciato tanti lutti, e della cava, di cui restano alcune costruzioni emblematiche e che diventa il perno dello strambo progetto.

    Ma i veri temi (appunto, la tangenza con la vita, ciò che trasforma una storiella inerte in un romanzo) sono da un lato l’ingiustizia, il desiderio di rivalsa e di riequilibrio che in fondo coinvolge tutta la comunità; dall’altro, ancora più nel profondo, l’espiazione e il perdono. Il ritorno alla vita.
    Come si intuisce, sono temi forti, universali, che Repetto affronta con delicatezza e acume: le scelte stilistiche sono in direzione di un parlato semplice e diretto, le descrizioni rapide ma sempre efficaci, l’azione è condotta con maestria. E proprio qui balza all’occhio la scelta più forte, cioè la suddivisione della storia (o meglio, dei vari filoni dell’intreccio) in capitoli brevi, con frequenti cambi di scena e focus, in modo da catturare (e mantenere) l’attenzione del lettore.

    Mauro Ferrari

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