«Il passato è così, vero? Credi di essertelo lasciato alle spalle, poi un giorno entri in una stanza e lo trovi lì ad aspettarti». Un irresistibile romanzo famigliare di desideri, solitudini e macerie senza fine ma, forse, con un inizio preciso. La famiglia Barnes è nei guai. La concessionaria di Dickie sta per fallire, ma lui, invece di affrontare la situazione, trascorre le giornate costruendo un bunker a prova di apocalisse. La moglie Imelda, nel frattempo, si è messa a vendere i gioielli su eBay, la figlia adolescente Cass, ex prima della classe, sembra voler sabotare la sua carriera scolastica e PJ, il figlio dodicenne, sta allestendo un piano per scappare di casa. Che cosa è andato storto per i Barnes, al punto da mandare tutto in rovina? Al tempo stesso affresco famigliare e ritratto della contemporaneità, “Il giorno dell’ape” è un indimenticabile tour de force pieno di umorismo e calore umano.
Si dice in giro che ricorda alcune grandi opere di Franzen, come “Libertà” e “Le correzioni”, e in effetti me lo ha ricordato molto, nella struttura, nella limpidezza della prosa, nel grandioso senso del ritmo. È il potente affresco di una famiglia, uno spaccato dei nostri giorni e dei nostri problemi, sociali e personali, narrato con maestria davvero rara, che rende molto difficile staccarsi dalle pagine.
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Si dice in giro che ricorda alcune grandi opere di Franzen, come “Libertà” e “Le correzioni”, e in effetti me lo ha ricordato molto, nella struttura, nella limpidezza della prosa, nel grandioso senso del ritmo. È il potente affresco di una famiglia, uno spaccato dei nostri giorni e dei nostri problemi, sociali e personali, narrato con maestria davvero rara, che rende molto difficile staccarsi dalle pagine.