L’amore, che idiozia. Innamorarsi è come precipitare in un tombino aperto, e trovarsi circondati da conseguenze appiccicose e dolorose. Ecco perché Phoebe guarda sempre con grande attenzione dove mette i piedi. Lei non odia l’amore a prescindere, ma ha ferite troppo profonde perché possa accettare che qualcuno le si avvicini ancora. E poi innamorarsi rende decerebrati, non porta mai a un lieto fine, questo lo sa. Il problema è che ovunque si volti, è circondata da coppiette ormonate. Perfino i gatti della sua madrina non fanno eccezione. Nel tentativo di prendere le distanze dai continui accoppiamenti che la perseguitano, da un’amica che pensa solo al sesso e da una matrigna tutta cupcake e fidanzati, Phoebe inizia a lavorare in un charity shop. E qui che, inaspettatamente, la sua vita cambia. Incontra Alex, il ragazzo con la sindrome di Down che sta alla cassa e ha sempre la battuta pronta, Bill e Melanie, vecchissimi ma che si amano come il primo giorno. Ed Emma. Inglese fino al midollo, occhi più intensi che ci siano. Emma è in gamba, spigliata, sostiene la ricerca sul cancro e vuole cambiare il mondo. E all’improvviso per Phoebe c’è un prima e un dopo i tombini. Ma il passato che l’ha ferita continua a farla andare indietro e mai avanti. Fino a che indietreggiare non è più possibile, perché dietro c’è il vuoto. A quel punto Phoebe deve solo scegliere.