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Cuoco, erede di Machiavelli e Vico, presentò nel 1801 questo classico del pensiero politico italiano, che si distinse per il lucido realismo nell’analisi delle cause della rivoluzione napoletana del 1799, così come per una riflessione più ampia sulle congiunture storiche. Mentre reinterpretava la tradizione alla luce della cultura napoletana del Settecento, Vincenzo Cuoco interiorizzò la grande lezione della rivoluzione francese, evitando ogni tipo di retorica e rimanendo fedele a “quella moderazione che è compagna inseparabile della sapienza e della giustizia”. Le riflessioni dell’autore sulla rivoluzione e sul rapporto tra l’élite e il popolo hanno avuto un impatto significativo sul movimento risorgimentale e, nel corso del XX secolo, sono state una fonte di ispirazione nel dibattito intellettuale sulla modernità irregolare della penisola.
Attraverso la sua esperienza diretta degli avvenimenti napoletani, Cuoco pose in evidenza la forza dell’azione popolare e il consenso come motivazioni di rivoluzioni e riforme, prospettando altresì soluzioni rivolte all’educazione civile e nazionale al fine di limare il pericoloso divario tra il popolo e le classi dirigenti.
Editore: Cogito.
Uscita: 21 gennaio 2024
Copertina flessibile: 194 pagine