Franca Rame è stata compagna di vita e d’arte di Dario Fo, Premio Nobel e «genio di famiglia» come amava ripetere con una punta di civetteria. La sua attività di ordinatrice, curatrice e organizzatrice della compagnia e delle opere del marito, l’ha portata sempre a spostarsi dal palcoscenico a un dietro le quinte, voluto e mai rinnegato. Ma la Rame era nata attrice e il suo protagonismo di primadonna a teatro, al cinema e in tv, ha saputo trasferirlo, con sagacia, ironia e abnegazione, nel quotidiano e nel suo esser donna. E proprio la condizione di donna, per giunta bellissima e di grande successo, le ha procurato spesso antipatia e odio, fino al feroce sequestro e stupro che, con grande coraggio, avrà la forza di raccontare a modo suo in uno dei monologhi più recitati. Delusa dall’esperienza di senatrice, si dimetterà con un indimenticabile j’accuse all’intera classe dirigente del paese. Ancora una volta donna, persona e non personaggio, mai doma, per l’appunto scomoda militante e strega consapevole.