“David era un uomo fantasioso, incredibilmente creativo, già a metà degli anni Sessanta, quando ancora cercava disperatamente un sound e uno stile che fossero tutti suoi”. Chi scrive queste parole è un musicista che ha avuto la fortuna di conoscere il Duca Bianco quando aveva appena diciotto anni e si chiamava ancora Davie Jones, ma non solo: è un batterista che – con la band The Lower Third – ha avuto l’onore di suonare con lui nei locali della Swinging London degli anni Sessanta, di girare il Regno Unito inseguendo ingaggi impossibili, di avventurarsi nel Continente, a Parigi, e sperimentare i primi effetti di una fama ancora tutta da costruire. Così, Phil Lancaster è stato testimone della nascita di una leggenda. Attraverso i suoi occhi ci immergiamo nella Londra del ’65-66 per osservare da vicino un Davie Jones che, alla fine della storia, sarà diventato David Bowie e sarà pronto per lanciarsi in una carriera stellare. Dall’audizione che Lancaster fece con Davie senza suonare nemmeno una nota, ma parlando dell’importanza dell’acconciatura, alla prima turnée a bordo di una vecchia ambulanza; dai primi approcci cut-up di Davie alla scrittura dei testi alla scoperta della sua bisessualità; dalla svolta artistica del gruppo sulla scena londinese al desiderio del frontman – frustrato dagli altri, restii – di sperimentare con il trucco per avere più impatto sul palco; dalla nascita dello pseudonimo David Bowie alle prime incursioni nelle droghe fino allo scioglimento della band, dalla quale Bowie si staccherà per creare la sua luminosissima galassia. Un bagaglio di storie, aneddoti e riflessioni che aprono un nuovo sguardo su una leggenda immortale della musica.