La luce
Le mie amiche hanno detto che sarà un viaggio spettacolare. Non so dove l’hanno sentito dire, nessuno è mai tornato da laggiù. Ma tra otto minuti lo scoprirò.
Sono un po’ emozionata, mi dispiace lasciare casa, ormai mi ero abituata a fluttuare sulle onde del nostro lucente padre. Ma è da tempo che è irrequieto e ha deciso di mandar via tante di noi. Forse ormai siamo troppo vecchie e dobbiamo far spazio alle più giovani.
Così prendo un bel respiro, deglutisco, chiudo gli occhi e parto. 300.000 chilometri al secondo potrebbero far vomitare chiunque, ma non me, anzi io mi diverto. È come salire in giostra, una volta partiti, non vorresti mai scendere.
E allora via! Il buio dello spazio mi avvolge, non è bello stare qui fuori, c’è troppo silenzio. Ma è questione di un attimo e all’orizzonte già vedo la mia meta. Wow! Avevano ragione le mie amiche: è blu! Mi fiondo a capofitto ed entro nella sua atmosfera. E anche se il blu, sopra e sotto, è il colore dominante, c’è anche tanto verde, e qua e là del rosso, del giallo. Sono macchie irregolari e invitanti. Ma io non ho il controllo della mia direzione; vorrei andare verso quell’azzurro che si muove in onde cadenzate, e invece finisco dritta dritta verso una macchia scura, grigia, fumosa. Una macchia triste da cui si levano lamenti. Cado in uno stretto vicolo, un coacervo di finestre, sporcizia, puzza, dove quelli come me faticano a entrare e sembrano malaccetti. Poi vedo una minuscola creatura con i pantaloni rotti che alza il viso al cielo e mi sorride. E capisco di essere finita nel posto giusto.
Roberta Grugni