Carlo Michelstaedter nasce a Gorizia, ultimo di quattro figli, da un’agiata famiglia di origini ebraiche.
La breve vita di Michelstaedter scorre – come risulta dall’Epistolario – all’insegna di una volontà di vivere continuamente illuminata dal desiderio di un altrimenti e di un altrove metafisico che fa di lui, già in giovane età, un impulsivo, un irrequieto esploratore di linguaggi e di mezzi espressivi, capace di spaziare dalla pittura alla poesia passando per le ripide vette della filosofia.
Il pensiero di Michelstaedter procede di conseguenza, per liberare il potenziale di tragicità dell’esistenza, attraverso violente contrapposizioni concettuali (persuasione-rettorica, vita-morte, piacere-dolore), senza alcun tentativo di mediazione dialettica.