La rabbia di un adolescente di fronte a una società oppressiva, ma con tutta l’emozione e l’umanità che lo contraddistinguono. “Tornavo da scuola quando ho incontrato Bella per la prima volta. Avrò avuto dodici anni. Un pomeriggio uggioso di novembre. Io un ragazzino triste, gracile, una faccia da schiaffi a testa bassa, la paura nella pancia e, ogni tanto, la voglia di farla finita. Difficile immaginare cosa prova un bambino quando deve farsi ancora più piccolo di quello che è, quando non può sbagliare, quando ogni suo passo falso assume la gravità di un’apocalisse. Ma sentendola, quel giorno, ho sollevato il mento”. Yamen Manai ci racconta con passione il crudele risveglio al mondo di un’adolescente che si ribella alle ingiustizie. Fortunatamente, ha Bella. Tra loro, un amore incondizionato e l’esperienza del disprezzo in una società che ripudia i più deboli, inclusi i cani, che vengono soppressi “affinché la rabbia non si diffonda tra la gente”. Ma la rabbia è già lì.