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Lo scarabeo d’oro

Lo Scarabeo d’Oro è uno dei racconti più popolari di Edgar Allan Poe, ed è stato di ispirazione a Robert Louis Stevenson per “L’isola del tesoro”.

Dall’incipit del libro:

Molti anni or sono mi legai di stretta amicizia con un tale William Legrand. Egli apparteneva a un’antica famiglia ugonotta e una volta era stato ricco; ma una serie di disgrazie l’aveva ridotto in miseria. Per sfuggirne la mortificazione, decise di abbandonare New Orleans, città dei suoi avi, e si trasferí nell’isola di Sullivan, presso Charleston, nella Carolina meridionale.

Quest’isola è molto singolare. Consiste di poco altro che sabbia marina, e ha circa tre miglia di lunghezza. In larghezza non misura mai piú di un quarto di miglio. È separata dalla terraferma da una gora appena visibile che filtra attraverso una macchia fangosa di canne, ritrovo favorito della gallina acquatica. La vegetazione, come è facile supporre, vi cresce misera e nana. Non vi si vedono alberi che possano dirsi propriamente tali.

Verso l’estremità occidentale, dove si trova il forte Moultrie e qualche miserabile casuccia di legno, abitata, l’estate, da gente che sfugge le febbri e la polvere di Charleston, s’incontra, è vero, il palmetto spinoso; ma, fatta eccezione di questo punto occidentale e di una striscia dura e biancastra sul mare, tutta l’isola è coperta da una fitta macchia di mirto odoroso, tanto apprezzato dagli orticultori inglesi. I cespugli, qui, raggiungono spesso l’altezza di quindici o venti piedi e formano un folto quasi impenetrabile, che appesantisce l’aria della sua fragranza.

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