Lo shogunato, che detiene il potere da più di 200 anni, è ormai prossimo alla caduta e le lotte intestine stanno dilaniando un Giappone già frammentato e pericolosamente vicino al collasso. Le feroci battaglie e il sangue dei morti ora abitano gli occhi di Toshizo Hijikata, vice comandante del leggendario corpo dello Shinsengumi, che in volto non ha più traccia dello speziale che percorreva le campagne di Tama a caccia del suo destino. Negli anni è diventato l’uomo che voleva essere, ha ucciso e combattuto accanto a fratelli di sangue che adesso lo visitano in sogno come presagi di morte, ha trovato, perso e (forse) dimenticato per sempre gli occhi dell’unico amore che abbia mai conosciuto. Ora, fedele solo al suo senso di giustizia e al rispetto per la propria spada si trova in prima linea in “una battaglia così feroce che si disse non avere precedenti nella Storia”. Il destino del Giappone alla fine del periodo Edo sembra appeso a un filo sottile che troppe mani stanno cercando di tirare a sé. Ed è in questo contesto che si consuma il capitolo finale di “Brucia spada” e dell’epopea di Toshizo Hijikata, un samurai che ha onorato la sua spada fino all’ultimo, incurante degli intrighi di palazzo ed estraneo alle paure degli uomini.