L’apprendista profumiere. Intervista a Emanuele Magrì
Presentazione del libro e intervista all’autore

Questo è un libro per autodidatti, che intendono conoscere, studiare e sperimentare l’arte della profumeria in ambienti non professionali.
Come vedrete nei primi capitoli, di libri e corsi ce ne sono tanti, ma nessuno ti dice quali materie prime inizialmente comprare, quali dopo e quali evitare, quanti becher ti serviranno e come lavarli una volta utilizzati, quali e quante tipologie di tamponi da profumo (mouillettes), dove riporre le materie prime e in quale possibile ordine, quale bilancia o flaconi per la maturazione delle formule finite e moltissimi altri aspetti fondamentali con cui fare i conti nel percorso per diventare profumiere.
Queste sono solo alcune delle innumerevoli domande che, inevitabilmente, sorgono alla fine dei corsi e dello studio dei testi attualmente disponibili.
Sembrano banalità ma tante volte portano ad abbandonare tutto o a farlo in modi rocambolescamente complicati e dispendiosi. Per cui avere un termine di paragone o semplicemente un punto di ispirazione, ritengo possa essere molto utile.
Nell’altra parte del libro e forse di possibili altri in futuro, troverete accordi, formule e approfondimenti sulle materie prime, tutto ciò su cui ho avuto modo di lavorare con il mio naso e che ho personalmente ritenuto abbastanza interessante da essere annotato e condiviso.
Citazione
«Credo di essere una di quelle scalette con soli tre gradini, che si trovano nelle biblioteche e che consentono di prendere i libri dagli scaffali che stanno più in alto.»
(De Crescenzo, Storia della filosofia medioevale)
Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea nasce da una necessità, quella di colmare il vuoto che c’è tra i testi che parlano di profumeria lato fruitore e quelli di chimica delle molecole odorose di livello avanzato.
I primi non dicono nulla su come iniziare il percorso di apprendimento mentre gli altri sono troppo complessi se non hai un percorso di studi in chimica o biologia, un autodidatta si trova quindi abbastanza confuso e senza strumenti immediati per capire da dove cominciare.
A chi lo consiglieresti, in particolare?
A tutti coloro che amano il mondo dei profumi, che sentono la necessità di trasformare un ricordo, un’emozione o una fantasia in qualcosa che può essere imbrigliato e racchiuso in un flacone, per poi poterlo condividere.
A chi vorrebbe iniziare a mettere le mani su oli essenziali, becher, accordi, formule e flaconi spray.
Dove e quando è stato scritto?
È stato scritto a Bologna, nel mio piccolo studio domestico, tra il 2024 e il 2025.
Quanto è stato difficile portarlo a termine?
La difficoltà più grande è stata dover sintetizzare per renderlo immediato e intelligibile come un manuale.
La profumeria come tutte le arti, ha un legame estremamente forte con l’interiorità, quindi schematizzare, fare elenchi, parlare di aspetti tecnici, può risultare complicato e quasi antitetico.
La pianificazione ha avuto un ruolo importante?
Non più di tanto, un giorno ho semplicemente scelto di condividere quanto appreso durante il mio percorso di profumiere autodidatta.
Quanto è stato lungo il lavoro di editing?
Circa sei mesi.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Tutto è cominciato con La grammatica dei profumi di Giorgia Martone libro di un’infinita bellezza e semplicità, subito dopo Il naso intelligente di Rosalia Cavalieri che illustra la profondità dell’olfatto e l’incredibile ruolo di quest’ultimo nel mondo in cui viviamo, poi Profumeria Applicata di Fabio Meloni che apre la strada verso la formulazione.
Dal punto di vista letterario, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Il profumiere è in costante apprendimento, sia per la commercializzazione di nuove materie che per quel che scopre e impara col proprio naso durante le numerose prove di formulazione, vorrei quindi continuare a condividere ciò che di nuovo esperisco, perché l’arte è di tutti.