«Le prime storie di questo volume sono di venticinque anni fa. Il narratore giovane, aspirante a tutto, le scriveva stando all’ombra del muro. In un angolo protetto. Quel muro che separava (nella mente del giovane) il bene dal male. Sono state le storie a chiedermi di affrontarlo e provare a scavalcarlo. E sono state le storie a farmi capire che non sarei mai riuscito ad arrampicarmi ma che avrei dovuto scavare un tunnel. Scendere in profondità, passarci sotto, nella speranza, un giorno, di spuntare da qualche altra parte. Oltre il muro, c’erano boschi mai visti.» (Gipi)